Quando sul mercato è apparso il CD, molti, anzi forse tutti, hanno candidamente sentenziato la dipartita del vinile, segregandolo perlopiù ad appannaggio di intenditori, esperti e collezionisti compulsivi.
A quei tempi la visione della leadership indiscussa del CD appariva più che realistica, soprattutto per una società che guardava avanti, decisa a catapultarsi nel futuro piuttosto che girarsi indietro verso il passato.
Ma da qualche anno, complice anche un ritrovato amore per il vintage, qualcosa è cambiato.
Guardare ai valori del passato è diventato iconico, non solo nella moda, ma anche nel lifestyle.
Così che la rinnovata ricerca di valori ed emozioni old style sta coinvolgendo le nuove generazioni che hanno riscoperto, tra i tanti trends, anche l’amore per il vinile.
Se inizialmente sembrava più una moda da hipster, oggi il vinile non si identifica più solo come un “oggetto di culto” o una mera passione passeggera che guarda distrattamente al passato, ma una vera “retromania” che coinvolge principalmente le generazioni native digitali.
Nativi digitali, ma amanti del disco nero: sono loro gli insospettabili fautori della rinascita del vinile di questi ultimi anni.
Definiti “la generazione globale”, i nati tra il 1991 e il 2001 gli appartenenti alla generazione Z sono giovanissimi e si dice siano “nati con lo smartphone in mano”.
Secondo i dati di studio i giovanissimi della generazione Z costituiscono un terzo della popolazione mondiale.
Questa nuova generazione, che è cresciuta a realtà digitale e Spotify, dimostra un amore irrazionale verso il vinile.
E’ una conferma dei trends globali come l’amore per il passato.
A livello sociale, dalla moda fino ai prodotti dedicati al tempo libero, emerge infatti un evidente senso estetico legato al passato e al vintage.
Una visione più inclusiva, concreta, ricca di valori e tangibile rispetto alle visionarie idee dei Millennials che guardavano ad un domani futuristico.
Quello del vintage è un trend ormai condiviso e radicato nel quotidiano.
Lo dimostrano ad esempio i marchi di moda come Gucci, che con il giovane e talentuoso designer Alessandro Michele ha delineato un nuovo identikit del brand ottenendo riscontri positivi da tutte le generazioni di consumatori.
Un’estetica che dichiara un amore tra creatività, sguardo nostalgico e passione per le radici ed il passato con l’obiettivo di ottenere una inclusività, tra vintage e moderno, capace di delineare l’identikit emotivo delle nuove generazioni.
E, se è vero che nessun settore sfugge al ritorno ciclico del passato, così come per la moda, anche il comparto musica non è da meno.
Anche se i nativi digitali fruiscono di tutte le possibili declinazioni della tecnologia a supporto delle loro passioni e attività per il tempo libero, è anche vero che amano poter scoprire cose nuove e “viverle”.
Per loro, che hanno sempre “vissuto” la musica attraverso uno schermo o scaricandola intangibilmente, poterla vivere attraverso il vinile, considerato più vivo e reale, li emoziona profondamente.
I giovanissimi hanno così riscoperto l’interazione fisica con l’oggetto e con il suono del vinile stesso.
Visto come un simbolo inclusivo di concretezza, sinonimo di autenticità e ritualità; il vinile per alcuni è addirittura l’idealizzazione di un passato ricco di emozioni e di una realtà che sentono di poter toccare.
Così non è più insolito che i giovanissimi attendano settimane per poter ricevere il loro vinile o che consultino siti specializzati alla ricerca del disco che tanto desiderano e passino ore a sistemare e curare i loro LP.
Amando il vintage hanno riscoperto il fascino di ascoltare musica in “modi” vintage.
L’emozione di poter custodire il nuovo disco perché non si rovini, apprezzare le grafiche delle custodie: tutte esperienze reali.
Ovviamente per loro il fisico e il digitale non hanno margini netti, ma l’esperienza di poter prendere in mano il vinile, appoggiarlo sul piatto, posizionare la puntina …e sentire l’inconfondibile fruscio… è sicuramente nuovo e reale.
Meno freddo dell’MP4, Il vinile crea un più vero contatto con il suono e la musica, più caldo e coinvolgente.
Insomma la manualità analogica ed il suono più vivo hanno conquistato i giovani decretando così la rinascita del vinile.
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Se ormai è assodato che l’amore dei giovanissimi per il vinile non sia una infatuazione passeggera, web e mercato della musica di consumo hanno risposto attivamente al nuovo inaspettato trend.
La rinascita del vinile passa, nemmeno a dirlo, anche dal web.
Dal 2015 la crescita positiva della richiesta dei vinili, nonostante l’innegabile crisi del mercato, è inarrestabile.
In rete numerose sono infatti i forum, le pagine e i gruppi, ma anche gli e-commerce specializzati o i progetti di start up dedicati alla vendita o all’informazione dei giradischi e al vinile.
Dagli appassionati fino agli esperti è possibile informarsi, trovare musica e confrontarsi sull’affascinante modo del disco nero.
Se emerge dai dati che i maggiori acquirenti di vinili siano proprio i giovanissimi, anche gli artisti hanno assecondato questo trend. Infatti, molti gruppi ed interpreti, anche quelli nati in epoca in cui il CD aveva surclassato il fascinoso LP, hanno pubblicato i lori successi in vinile; rispondendo così alla domanda della nuova generazione di fan amante del vinile.
Anche la comunicazione, video e molte pubblicità guarda all’estetica del passato proponendo spesso situazioni visive dove appaiono giradischi e vinili a supporto della nuova tendenza di mercato confermando la rinascita del vinile.
I trend di crescita delle vendite del vinile sono costanti e il futuro si prefigge roseo.
Il vinile non grida né vendetta contro il CD né si impone come una alternativa, ma piuttosto evoca una sua connotazione come identità, se pur in un universo parallelo, del mercato della musica di consumo.
Gli amanti dei supporti “liquidi” e digitali non dovranno temere. Il vinile e tutto il comparto “analogico” non soppianteranno ovviamente i metodi digitali di fruizione della musica, ma solo potranno vivere una nuova meritata giovinezza.
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